Dott.ssa Monique Preau
Psicologa Albo degli Psicologi del Lazio n.28518
Consulente in sessuologia clinica
Life e Business Coach
Quando il corpo dice “no” ma la mente non può più opporsi.
Nel cuore della Francia, una donna ha scelto di non restare in silenzio. Gisèle Pelicot, oggi 72enne, è diventata il volto di una delle più gravi e sconvolgenti vicende di violenza sistemica e sottomissione chimica mai emerse in Europa.
Per quasi dieci anni, Gisèle è stata drogata e stuprata centinaia di volte, nella sua stessa casa. Il responsabile? Suo marito, Dominique Pelicot, che ha documentato gli abusi in oltre 20.000 immagini e video, coinvolgendo almeno 51 uomini in quello che è stato definito “un sistema criminale organizzato”.
Cos’è la sottomissione chimica?
Con il termine sottomissione chimica si indica la somministrazione nascosta di sostanze psicoattive – spesso ansiolitici, benzodiazepine, GHB – allo scopo di neutralizzare la volontà della vittima, fino a renderla incosciente e incapace di opporsi.
Nel caso Pelicot, le sostanze utilizzate erano farmaci legali sciolti nel cibo o nelle bevande, somministrati da chi avrebbe dovuto essere fonte di sicurezza e cura.
Il caso Pelicot: una storia che scuote le coscienze
Il caso è emerso per caso, nel 2020, quando Dominique è stato arrestato per aver filmato donne a loro insaputa in un supermercato. Da quella perquisizione è emersa la realtà agghiacciante degli abusi subiti da Gisèle: un archivio digitale con prove schiaccianti, e un piano premeditato, reiterato, crudele.
Nel 2024 si è aperto il processo: Dominique Pelicot è stato condannato a 20 anni di reclusione, mentre altri 50 uomini sono stati giudicati colpevoli. Gisèle ha scelto di rinunciare all’anonimato per denunciare pubblicamente ciò che ha vissuto: un atto di straordinario coraggio e dignità.
Drogata e violentata. In casa sua. Da chi amava.
Questo non è solo un caso giudiziario. È un simbolo collettivo. Parla di tutte quelle donne che:
si sono sentite strane, confuse, incapaci di ricordare;
si sono svegliate con il corpo che parlava di dolore, ma la mente che taceva;
sono state manipolate attraverso la chimica, prima ancora che con la violenza.
Gisèle non sapeva. Non ricordava. Ma sentiva. E quando ha trovato il coraggio di vedere la verità, ha scelto di parlare per tutte.
Una battaglia che diventa voce collettiva
La figlia di Gisèle, Caroline Darian, ha scoperto che anche lei era stata fotografata in stato di incoscienza dal padre. Invece di lasciarsi schiacciare dalla vergogna, ha dato vita al movimento “M’endors pas” (“Non mi addormento”), che oggi lotta per la consapevolezza, la prevenzione e il riconoscimento della sottomissione chimica come forma aggravata di violenza di genere.
Sottomissione chimica: segnali da non ignorare
Anche quando non esiste la memoria cosciente, il corpo sa. Ecco alcuni campanelli d’allarme:
Risvegli con senso di stordimento, nausea, dolore vaginale o muscolare;
assenza totale di ricordo rispetto alla serata o all’ultima fase vissuta;
abiti fuori posto, sensazione che “qualcosa non torni”;
confusione mentale ingiustificata;
black-out improvvisi anche dopo aver bevuto poco.
Non è colpa tua. Mai.
La sottomissione chimica è una forma estrema di abuso, difficile da riconoscere e spesso sottovalutata. Ma non è mai responsabilità della vittima. Informarsi, parlarne, denunciare: sono i primi strumenti per rompere il silenzio e riappropriarsi della propria voce.
Da psicologa e coach ti dico: il corpo non mente
Ricevo ogni giorno donne che portano nel corpo la memoria di eventi che la mente ha rimosso. La verità è che le emozioni non si cancellano con una pillola, né le ferite si chiudono nel silenzio.
L’ascolto, la cura, il sostegno psicologico sono strumenti fondamentali per uscire dal buio e ricostruire un’identità libera, integra, consapevole.
Conclusione: ascoltare, comprendere, prevenire
La storia di Gisèle Pelicot ci interpella tutte e tutti. Ci ricorda che la violenza può essere silenziosa, invisibile, somministrata goccia dopo goccia. Ma ci ricorda anche che la voce, una volta trovata, può diventare potente. Trasformativa.
Come psicologa e coach, credo nel potere del racconto, del riconoscimento, dell’ascolto profondo. Credo che ogni donna meriti di sentirsi protetta, creduta, accompagnata.
E che ogni dolore possa trovare un senso, se accolto con rispetto e consapevolezza.
Se desideri approfondire questi temi o iniziare un percorso di ascolto e trasformazione personale, puoi contattarmi in forma riservata.
© Dott.ssa Preau Monique
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