Dott.ssa Monique Preau
Psicologa Albo degli Psicologi del Lazio n.28518
Consulente in sessuologia clinica
Life e Business Coach
Perché dobbiamo educare i figli — oggi — a disobbedire al patriarcato
C'è una frase che ritorna, troppo spesso, tra le cronache nere del nostro tempo:
"L’ha uccisa perché lei voleva lasciarlo."
E ogni volta che la sentiamo, un brivido corre sulla schiena.
Non solo per l’orrore del gesto, ma perché — se guardiamo con onestà — ci rendiamo conto che quel gesto nasce da molto lontano.
Dalla cultura.
Dall’educazione.
Dai modelli silenziosi e onnipresenti che ancora plasmano le menti dei nostri figli.
Non basta dire ai ragazzi di “non alzare le mani”.
Bisogna insegnare loro a gestire un no.
Bisogna parlare, fin dall’infanzia, di emozioni.
Di rifiuto. Di rabbia. Di frustrazione.
E bisogna dire, con chiarezza, che non si ha diritto di possedere nessuno. Nemmeno per amore.
In una società dove si insegna ai maschi a vincere, a dominare, a non piangere e a non perdere mai, cosa accade quando una ragazza decide di dire "non ti voglio più"?
Accade che un “no” viene vissuto come una sconfitta personale.
Come un’umiliazione intollerabile.
Come qualcosa da “riparare” — o peggio, da punire.
Il patriarcato non è solo una questione da adulti.
È qualcosa che si tramanda, senza che ce ne accorgiamo.
Ogni volta che diciamo a un bambino “sii forte, non piangere”,
Ogni volta che diciamo a una bambina “sorridi, sii carina”,
Ogni volta che giudichiamo le emozioni come esagerate,
Ogni volta che confondiamo il possesso con l’amore...
... stiamo gettando semi.
Alcuni cresceranno in fiori, altri in spine.
Altri ancora — in tragedie.
Educare all'amore significa educare alla libertà
La libertà di lasciarsi.
La libertà di cambiare idea.
La libertà di dire “basta” e veder rispettato quel confine, senza vendetta, senza minaccia, senza sangue.
Se vogliamo davvero contrastare il femminicidio, non possiamo limitarci a piangere le vittime.
Dobbiamo agire prima.
Nelle scuole, nelle famiglie, nei dialoghi con i figli.
Nella scelta delle parole che usiamo ogni giorno.
Come madre, come terapeuta, come donna...
Lo vedo ogni giorno: ragazzi pieni di dolore e confusione, mai autorizzati a sentire.
E ragazze che crescono credendo di dover compiacere, curare, sopportare.
È tempo di rompere questo incantesimo.
Educare al rispetto, all’emozione, alla parità non è un gesto etico. È una scelta vitale.
Per le nostre figlie.
Per i nostri figli.
Per le relazioni che vogliamo costruire domani.
Inizia tutto da qui.
Dalle parole che usiamo.
Dal modo in cui parliamo del rifiuto.
Dal modo in cui insegniamo ai nostri figli a perdere, senza perdere sé stessi.
Perché non è amore se fa paura.
Non è amore se uccide.
È tempo di una nuova educazione sentimentale.
E comincia ora. A casa. Con noi.
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© Dott.ssa Preau Monique
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